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Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, si è dimesso. La decisione, annunciata improvvisamente, segue mesi di crescenti tensioni tra il management e il consiglio di amministrazione, nonché forti critiche da parte di investitori, concessionari e sindacati.
Le critiche si sono concentrate su un calo delle vendite, una gamma di veicoli considerata obsoleta negli Stati Uniti e un eccessivo livello di inventario. Questi problemi hanno portato a un profit warning a settembre, con un drastico calo del margine operativo. Nonostante i cambiamenti apportati da Tavares, tra cui la sostituzione del chief financial officer, la situazione non è migliorata, con le quote di mercato in calo in Francia.
Tavares, figura di spicco nel settore automobilistico, aveva guidato Stellantis con successo negli anni precedenti, razionalizzando la produzione e riducendo i costi. Tuttavia, nel 2024 le tensioni sono aumentate a causa di accuse di compromissione della qualità dei prodotti e ritardi nei lanci di nuovi modelli. Anche la sua retribuzione, particolarmente elevata, ha suscitato polemiche.
Le dimissioni di Tavares lasciano Stellantis in una situazione critica. Il nuovo CEO dovrà affrontare sfide enormi: rilanciare le vendite, migliorare la competitività e definire una strategia a lungo termine che tenga conto sia dell’efficienza che della qualità. Il futuro dell’azienda dipenderà dalla capacità del nuovo management di ristabilire la fiducia degli investitori e di navigare in un mercato automobilistico in continua evoluzione, caratterizzato da una minore spinta all’elettrificazione a causa della bassa domanda.
La situazione è particolarmente delicata anche in Italia, dove le tensioni tra Stellantis, i sindacati e il governo sono aumentate negli ultimi mesi.
